Cenni biografici della vita e delle opere del Beato Alano della Rupe

Alano della Rupe (Alanus de Rupe, Alain de la Roche, Alain Van der Rutze, o in fiammingo Alain Van der Clip), nasce nel 1428 circa in Bretagna57. Entra ancora giovane nell’ordine domenicano a Dinan, nella diocesi di Saint-Malo, dove emette la professione religiosa, e in seguito si trasferisce a Lilla. In seguito studia filosofia e teologia a San Giacomo di Parigi dove, nella Pentecoste del 1459 il Capitolo Generale gli affida l’incarico di insegnare agli studenti del corso inferiore, per l’anno scolastico 1460-61, le “Sentenze del II anno” di Pietro Lombardo. Qui insegna dal 1459 fino al 1464, eccettuato l’anno 1460, nel quale si trova a Lilla, come membro della Congregazione riformata di Olanda58, per tentare di ricondurre i conventi alla regolare osservanza. Durante l’insegnamento a Parigi ha come discepolo fra Michele di Francesco di Lilla, il quale, più tardi, avrebbe esaltato la pietà mariana del maestro, il suo zelo per la diffusione del Salterio della Vergine e dell’omonima Confraternita59. Nell’autunno 1461 Alano torna nel convento di Lilla, al quale è stato affiliato il 2 aprile 1462, e ivi dimora come lettore e predicatore fino al 1464. Il 9 ottobre 1464 i delegati dei conventi riformati, adunati a Lilla, tra le decisioni prese in tale occasione, nominano Alano lettore del convento di Douai; qui egli dimora durante l’anno scolastico 1464-65 e con ogni probabilità fino a quando il capitolo della Congregazione d’Olanda non lo assegna a Gand nel 146860. In quell’epoca sono datate le Rivelazioni della Vergine Maria, la quale gli impone la propagazione del suo Salterio e della sua Confraternita61. Alano rimane come lettore a Gand fino al 13 maggio 1470, giorno in cui è trasferito per l’insegnamento allo studio domenicano di Rostock, incorporato all’Università del Meckemburgo. Negli anni 1470-71 Alano commenta i primi libri delle Sentenze, poi il 4 settembre 1471, come baccelliere “formato”, pronuncia la sua prolusione (Principium) al terzo libro, giunta fino a noi, nella quale tratta della dignità della Salutazione Angelica, che occupa la parte IV del libro. L’opuscolo, d’importanza capitale per la biografia di Alano, ci fa conoscere la sua profonda pietà mariana. Dal 1470 al 1475, Alano inizia a raccogliere i primi frutti delle sue fatiche: la Congregazione riformata dei domenicani di Olanda concesse alla Confraternita mariana di Douai per la recita quotidiana del Salterio mariano, la partecipazione ai beni spirituali della stessa congregazione. Il Capitolo del 1473 impose ai fratelli conversi “unum psalterium beatae Mariae virginis” (un Salterio della Beata Vergine Maria) come preghiera di suffragio da recitarsi per i vivi e per i defunti: per la prima volta questa preghiera viene prescritta nell’Ordine domenicano. A Colonia già nel 1472 viene scritto un primo “Tractatus de Rosario B. Mariae Virginis”, e a Francoforte, nella chiesa dei domenicani, nel 1474 viene costruito un altare per la Confraternita del Rosario. Nel 1475, lo troviamo di nuovo a Lilla, dove Alano partecipa, come maestro in teologia, al capitolo della suddetta Congregazione d’Olanda. Qui, dopo aver avuto anche l’occasione di visitare la suddetta fraternità di Douai, e di predicare per otto giorni ai membri della Confraternita, è indotto dall’avvenimento a comporre alcuni scritti decisivi per la storia del Salterio-Rosario, e porterà a termine l’Apologia del Salterio di Maria62. Della predicazione a Douai invece, “ci è pervenuto un compendio ad opera di un membro della confraternita che riporta il meglio dell’insegnamento di Alano e forse parecchie delle sue parole: si tratta del Livre et ordonnance de la devote confraire du psaultier de la glorieuse Vierge Marie63, uno scritto quindi non di Alano, ma molto suo nello spirito e che può essere citato come suo”.64 Alla fine di giugno, dopo aver consegnato al Vescovo Ferrico la sua Opera, visita i suoi amici certosini di Hérines e specialmente il loro priore Lorenzo Musschesele e, prima che iniziasse il nuovo anno scolastico a Rostok, si ferma qualche tempo a Gand proseguendo poi fino a Zwolle; qui Alano si ammala il 15 agosto, festa dell’Assunzione di Maria SS, e muore all’età di 47 anni, la sera del 8 settembre 1475, vigilia della festa della Natività della Beata Vergine Maria65. Fu sepolto nella Chiesa dei Domenicani a Zwolle. La Chiesa fu bruciata pochi anni dopo e riedificata poi imponente e maestosa nel 1511; tuttora esistente, ma purtroppo venduta a privati, sconsacrata, e adibita oggi a mostre mercato. A tutt’oggi nell’ex-Chiesa, sembra ci sia ancora, sotto il pavimento, la tomba del Beato Alano, ma non si sa di preciso in quale punto della Chiesa egli fu sepolto. Vicino, è visibile il vecchio convento (in esso oggi c’è un ristorante), dove si consumò l’agonia e la dipartita del Cantore più alto della Madonna del Rosario. Quando Alano morì, giacché era solo di passaggio a Zwolle, le sue note intime e i suoi scritti erano rimasti a Rostock mentre le lettere erano in possesso dei rispettivi destinatari. Gli unici scritti che aveva pubblicato erano il Principium super III Sententiarum e l’Apologia. Il 25 maggio 1476, il Capitolo della Congregazione d’Olanda dei domenicani di Haarlem, ordinò a tutti i frati di raccogliere e inviare in tale sede gli scritti di Alano, già chiamato a partire dalla sua morte concordemente Beato dalla tradizione, sebbene del suo culto, che ebbe origine come tutti i santi prima del Concilio di Trento, solo a livello diocesano, non si è ritrovata la documentazione ufficiale, probabilmente andata perduta o distrutta. Nel 1478 Adriano Van Der Meer, superiore della Congregazione di Olanda, sulla scorta del materiale raccolto e degli scritti lasciati da Alano a Rostock, compilò due opuscoli, l’“Instructio Psalterii”66, a difesa della memoria e della dottrina mariana di Alano, e il Compendium psalterii beatissimae Trinitatis magistri Alani” (Compendio del Salterio della beatissima Trinità del maestro Alano), opera edita la prima volta ad Anversa, verso la fine del 1480, che riassume tutta la dottrina di Alano, in vista di una più grande diffusione del Salterio mariano e della sua Confraternita universale. Verso il 1480, alcuni certosini di Marienehe vicino Rostock, amici ed estimatori di Alano, pubblicarono a Lubecca una raccolta di scritti di Alano, tra cui alcuni trattati mariani, alcune lettere di contenuto dottrinale e perfino alcune confidenze circa le rivelazioni della Beata Vergine, posteriori al 1463. Questa raccolta ebbe il titolo: “De immensa dignitate et utilitate psalterii precelsae ac intemeratae Virginis Mariae”. I certosini di Mariefred in seguito ristamparono l’edizione di Lubecca dell’opera di Alano una prima volta nel 1498 a Stoccolma e una seconda volta nel 1506 in Svezia, mentre uscivano traduzioni tedesche ad Augusta e ad Ulma prima del 1500. Nel 1619 il domenicano P. Fra Giovanni Andrea Coppestein, intraprese una sistemazione di tutti gli scritti di Alano e stampò a Friburgo (seguito da moltissime edizioni)67, cinque opere del Beato Alano: “Apologia” ; “Revelationes et visiones”; “Sermones S. Dominici Alano rivelati”; “Sermones et tractaculi”; “Exempla seu miracula”, col titolo “B. Alanus redivivus, de Psalterio seu Rosario Christi et Mariae tractatus”68. Questa edizione fu la base di tutte le successive, compresa quella del 1847 di Imola, che ci siamo accinti a pubblicare completa unitamente alla traduzione italiana di tutta quanta l’opera. L’opera è così suddivisa: la prima parte inizia con l’Apologia69, diretta a Ferrico da Cluny, vescovo di Tournai, a difesa del Santo Rosario e per giustificare il successo delle Confraternite; la seconda parte dell’opera è costituita dalle Rivelazioni e Visioni70, che raccontano in maniera dettagliata l’esperienza mistica del Beato Alano, esperienza che già aveva presentato in forma succinta nell’Apologia; la terza parte raccoglie alcuni Sermoni di San Domenico, che la Madonna rivelò ad Alano71. Notevole per lunghezza e importanza è il capitolo III, in cui la Vergine Maria rivela al Beato Alano come il Salterio sia in grado di salvare dalle presenze diaboliche in forma umana. San Domenico, catturato da alcuni predoni, viene condotto al castello di un Principe e libera questo ultimo dalla presenza di quindici donne bellissime che nascondevano altrettanti orribili demoni, i quali ottengono dal Santo il permesso di allontanarsi con la loro nave per sprofondare nell’Inferno. Segue il capitolo IV con il Sermone di San Domenico per catechizzare il Principe e i suoi predoni. I capitoli V e VI citeranno il Sermone di San Domenico sulle 15 virtù, raffigurate da 15 Regine. La quarta parte raccoglie un piccolo trattato sulle eccellenze della Salutazione Angelica, che il Beato Alano tenne a Rostock per il conseguimento del baccellierato; seguono poi alcuni Esempi utilizzabili nella predicazione, e alcuni piccoli trattati sulle 15 eccellenze dei sacerdoti e dei religiosi. Di seguito si trovano nell’opera i 150 articoli o “misteri” del Salterio di Alano72. La quinta parte raccoglie gli Exempla73: 23 esempi di uomini devoti e 14 esempi di donne devote. Alcuni piccoli esempi non sono di Alano, ma del P. Giovanni A. Coppenstein, che con precisione all’inizio di ogni esempio lo riporta sempre. Con gli Esempi si conclude l’opera di Alano. Nell’edizione del 1847, abbiamo anche un’Appendice74, scritta nel XVII secolo dal domenicano P. Andrea Rovetta di Brescia, che aggiunge le date memorabili dal 1212 (istituzione a Tolosa in Francia della Confraternita del Salterio) al 1663 (pubblicazione del Breve “Ad Augendum” di Papa Alessandro VII. Ad Alano sono pure attribuiti: Compendium psalterii B.mae Trinitatis et s. Mariae; La confraire du psautier de Notre Dame; Expositio in regulam s. Augustini (divisa in 15 capitoli quanti sono i misteri del Salterio mariano). Tali opere però non sono state inserite dal P. Coppenstein nell’elenco delle opere di cui si compone il libro. Il culto del Beato Alano sebbene si sia subito sviluppato, tuttavia con altrettanta rapidità è caduto nell’oblio. Rimangono di lui diversi ritratti in pale d’altare che lo ritraggono sempre tra i santi domenicani vicini alla Madonna del Rosario. La sua festa è l’8 settembre, benché non risulta che ci sia qualche Chiesa intitolata a suo nome75.

 

Note
57 Gli autori moderni non hanno aggiunto niente di nuovo all’eccellente notizia biografica di QUETIFECHARD, I, 849-852 basata sugli atti dei capitoli generali dell’ordine, su quelli della Congregazione d’Olanda e sui documenti dell’Archivio di Lilla oggi perduti.
58 Fu in realtà il 9 ottobre 1464 che i delegati dei conventi domenicani riformati dei Paesi Bassi borgognoni, si adunarono a Lilla per trattare la loro erezione in “congregazione” autonoma, la quale, in seguito, fu chiamata d’ “Olanda” perché la riforma era cominciata a Rotterdam
59 Da sottolineare l’opera di Fra MICHELE DI FRANCESCO DI LILLA, il“Quodlibet de veritate Fraternitatis Rosarii, seu Psalterii beatae Mariae Virginis” edito a Colonia nel 1476, di cui riportiamo uno stralcio della prima versione in volgare pisano dei primi del 1500 (parte IV n.8, in ORLANDI S., Libro del Rosario, pp. 174-175), che ci fa vedere la straordinaria carica affettiva che legava il discepolo Michele di Lilla al suo maestro, il Beato Alano: “…lo esimio maestro in teologia beato Alano, amatore precipuo di questo psalterio…..del quale qualche volta meritai di essere discepolo, fu ferventissimo nello amore della gloriosa Vergine, et andando, parlando, predicando ebbe nella sua bocca la salutazione angelica, et indusse più di mille persone a dire questo psalterio, del quale senza dubio da essa gloriosa vergine riceve già la mercede in paradiso”, in ORLANDI S., Libro del Rosario, pp. 174-175
60 Poiché non si hanno notizie di Alano tra il 1466 e il 1468 qualcuno sostiene che egli sia tornato nella Bretagna per predicarvi
61“Nel raccontere questa rivelazione, Alano confessa di aver sofferto per sette anni aridità spirituali e tentazioni carnali. Perciò l’inizio di tale crisi morale data dal 1457, quando egli era ancora nella Bretagna…La visione del 1464 sembra che sia una specie di ricompensa celeste, per la sua fedeltà a recitare ogni giorno il Salterio mariano, durante la crisi morale del 145-1464. Almeno tale è il pensiero di Alano…Alano, poi, espone come la Vergine lo dissetò dal suo seno, gli pose nel dito l’anello, fatto coi suoi capelli, lo incaricò di predicare il suo Salterio e di predicare la sua confraternita, minacciandolo, da parte di Cristo, d’una morte terribile, qualora non avesse compiuto la missione così affidatagli. Alano s’atterrà sempre a questa rivelazione, senza, peraltro, esigere che gli altri siano obbligati a crederlo. Tacendo il nome del beneficiario di un’identica visione, egli la raccontò in un sermone, tenuto a Rostock, il giorno di Pentecoste del 1471. E, poco dopo, ne spiegò il senso allegorico in una lettera diretta al certosino Giacomo di Marienehe; nel maggio 1475 la raccontò nuovamente predicando a Douai; nel giugno dello stesso anno, finalmente, la difese dinanzi al Vescovo di Tournai, per giustificarsi di averla predicata nella diocesi. Sembra, quindi, che già nel 1464, subito dopo ricavuta tale missione, Alano abbia introdotto il Salterio mariano nella confraternita di Douai. Questa data segna una svolta nella sua vita: l’inizio, cioè, della propaganda del Salterio mariano e della sua confraternita”, in ORLANDI S., Libro del Rosario, pp. 50-51
62 Il titolo esatto latino è: Apologeticus seu tractatus responsorius de Psalterio V. Mariae, ad Ferricum de Cluniaco, ep. Tornacensem, ed occupa la prima parte della nostra opera
63 Testo in ORLANDI S., Libro del Rosario, pp. 58-65. Si tratta di un testo in francese antico con influssi fiamminghi, ma ancora comprensibile
64 Cf. BARILE R., Il Rosario, Salterio della Vergine”, Bologna, 1990, pag.65
65 Secondo invece la testimonianza di Fra MICHELE DI FRANCESCO DI LILLA, contemporaneo e discepolo del Beato Alano, nel “Quodlibet” nella versione in volgare pisano dei primi del 1500 (parte IV n.8, in ORLANDI S., Libro del Rosario, pag. 175) “nell’anno 1475, cioè quello anno, anzi quello medesimo giorno che questa santa fraternita fu istituita a Colonia, cioè nel giorno della natività della gloriosa Vergine Maria, passò di questa vita con grandissima divozione”
66 “Cod. lat. Monac. 13573, foll. 123r-142r: “Instructorium psalterii sponsi et sponsae Christi Jesu et gloriosae Virginis Mariae ». Copia anteriore al 19 aprile 1486”, in ORLANDI S., Libro del Rosario, pag. 44
67 E nel 1665, abbiamo un’edizione dal titolo: COPPENSTEIN JOANNES ANDREAS O.P., “Beati fr. Alani redivivi Rupensis, tractatus mirabilis de ortu et progressu Psalterii Christi et Mariae eiusque fraternitatis », Venetiis, apud Paulum Baleonium, 1665
68 Tra le tante edizioni abbiamo anche il titolo: COPPENSTEIN JOANNES ANDREAS, O.P. “De fraternitate sanctissimi Rosarii beatae Virginis, ortu, progressu, atque praecellentia, libri tres, Friburgo 1619; Heidelberg 1629
69 L’Apologia nel testo va da pag. 1 alla pag. 44
70 Le Rivelazioni nel testo vanno da pag. 45 alla pag. 91
71 I Sermoni di San Domenico nel testo vanno da pag. 92 alla pag. 143
72 I Sermoni del Beato Alano nel testo vanno da pag.144 a pag. 233
73 Gli Esempi nel testo vanno da pag.236 a pag. 306
74 L’Appendice va da pag. 307 a pag. 367
75 Negli “Acta Sanctorum”, septembris 3, Parisiis et Romae, apud Victorem Palme, MDCCCLXVIII, riporta queste parole : « Alanus de Rupe, Ordinis Praedicatorum, Beatus vocatur hodie apud Raissium, et apud scriptores Ordinis sui, qui eidem longa texuerunt elogia. At nihilo reperio de cultu ipsius publico; et Saussayus eum veneralibus tantum aggregavit”. “Alano della Rupe, dell’Ordine dei Predicatori, oggi è festeggiato come Beato da Raissio e dagli scrittori del suo Ordine, i quali lungamente ne hanno tessuto elogi. Ma niente ritrovo sul suo culto pubblico…”

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